search ASSOCIAZIONE CULTURALE LUIGI BERNARDI
Qualche sera d'inverno a Maranello
Luigi Berbardi: editore

SENZA PATENTE
di Luigi Bernardi

Quando mi hanno chiesto di impostare un corso di scrittura per i dipendenti della Ferrari, ho pensato a uno scherzo. Verificato che si trattava invece di una cosa seria, la domanda successiva è stata: ma io come diavolo ci arrivo a Maranello?
Non è stato difficile, la Ferrari ha pensato anche alle difficoltà di un non patentato. E così è andato tutto liscio, anche se mi è sempre sembrata stravagante l’idea di trasferirmi, ognuno dei giovedì del corso, nella terra dei motori, io che non saprei distinguere una biella da un pistone, e neppure ingranare una marcia.
Chi frequenta un corso di scrittura di solito lo fa per una scelta resa consapevole dal fatto che paga di tasca propria. Il corso alla Ferrari era offerto dall’azienda, i singoli partecipanti devolvevano soltanto una parte del loro tempo libero. C’era il rischio che, soddisfatta l’iniziale curiosità, pochi prendessero sul serio l’intera faccenda. Non è stato così. Il corso ha avuto un numero di partecipanti più alto del previsto, tutti hanno seguito con regolarità, e nessuno si è fatto scrupolo di invadere la mia casella di posta elettronica con i testi che dopo il sesto incontro ciascuno ha cominciato a scrivere a casa propria. Si trattava di racconti bene impostati, compiuti, in qualche caso anche di lunghezza notevole, narrazioni che sarebbe stato un peccato disperdere. Di qui l’idea di raccoglierli in volume.
I libri che si pubblicano oggi, per quanto riguarda la narrativa, appartengono sempre più spesso a una sfera che potremmo definire dell’intrattenimento. Si tratta di testi senza altre pretese che affascinare e divertire il lettore, coinvolgerlo in un gioco delle parti fra chi scrive e chi legge, dove il primo ha il ruolo del conduttore e il secondo quello del partecipante. Se il primo è bravo, il secondo si diverte. Se è scarso, il lettore parte in cerca di meglio, come in un luna-park dove non mancano le attrazioni.
E se le parti si invertissero? O meglio, e se il lettore provasse a diventare lui stesso conduttore del gioco? Si divertirebbe lo stesso? Si divertirebbe soltanto o scoprirebbe di sé e della scrittura cose che non sa?
Credo sia giunto il momento di abbassare la maschera. I corsi di scrittura sono principalmente questo, o comunque a questo servono, a invertire i ruoli. Nel grande gioco dell’intrattenimento, ci si può divertire anche a creare storie, e a scriverle, non solo a leggerle. Con la garanzia di conquistare sempre il bonus, perché creando e scrivendo delle storie si scopre qualcosa di sé che la sola lettura non rivela, o almeno non sempre lo fa.
In questo libro sono raccolti i racconti dei tredici partecipanti al corso di scrittura alla Ferrari. Sono racconti nati poco per volta, un esercizio dopo l’altro, una consapevolezza raggiunta che si legava a un’altra ancora da impratichire. Li accomuna soltanto questa origine, e il fatto che sono stati tutti quanti scritti da qualcuno che lavora per la stessa azienda, quella mitica Ferrari che ha voluto loro regalare una possibilità in più.
Diventeranno scrittori, i tredici autori di questo libro? È una domanda oziosa, non esiste il patentino di scrittore. Di certo ora possiedono una maggiore consapevolezza nel loro essere lettori, e hanno anche capito che con la scrittura ci si può divertire, e tanto, ribaltando i ruoli. Di mio posso solo aggiungere che è difficile sottrarsene, una volta che si conoscono le regole del gioco.

Il volume comprende racconti di Stefano Albieri, Elena Betti, Marcello Carretta, Francesca Curci, Sabina Fasciolo, Sara Montanari, Davide Paganoni, Roldano Toni, Sabrina Tonielli, Francesco Tonolo, Luca Venturi e Gemma Zubiani.
Una discutibile scelta "aziendale" ha portato alla esclusione del racconto di Giulia Boccabella, che ha partecipato a tutti gli incontri del laboratorio, salvo poi segliere una destinazione professionale lontano da Maranello.

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